Germano Caperna non ci sta a pagare il conto politico dell’individualismo da smartphone e social media, specialmente in una realtà come la sua Veroli. La forza dei centri più dinamici della provincia italiana, del resto, viene fuori proprio dalla capacità di fare comunità. “Ritorno alle piazze”, ha scandito subito, nel vestire i panni del candidato sindaco, con in testa flash dai tempi del Covid e della difficile ripresa di rapporti e relazioni. Immediatamente dopo è spuntata l’impronta dell’appartenenza alla sua città, tra le più ricche di arte, storia e cultura della Ciociaria propriamente detta. Per questo le 5 parole chiave del programma elettorale – coraggio, spazio, comunità, radici e anima – sono state interpretate dall’estro e dalla creatività di cinque artisti di Veroli.
Perché questo esordio di campagna elettorale?
“Prima di tutto perché negli ultimi anni, vedi anche i lockdown ed il successo dei social, abbiamo assistito alla virtualizzazione di ogni rapporto. Per gente come me, amministratore da sempre a contatto con le persone, è stata in qualche modo una penalizzazione non da poco. In molti mi hanno conosciuto, e mi ricordano ancora, per i giorni passati a spalare neve, spalla a spalla con tutti gli altri verolani, durante l’inverno eccezionale del febbraio 2012. Insomma sono uno che da consigliere comunale, da assessore municipale, da consigliere provinciale ha sempre avuto le maniche della camicia rimboccate”.
“Amministratore con le maniche della camicia sempre rimboccate”
Gli artisti e la sua propaganda?
“L’idea nasce dal nostro slogan – Veroli Città d’Arte – e quando si sventola la bandiera, bisogna anche essere conseguenti. L’ho fatto con grande convinzione e per questo ringrazio i cinque artisti, stimati e conosciuti anche fuori provincia, che hanno compreso lo spirito ed hanno accettato l’impegno. Un artista difficilmente può indossare una casacca politica o di parte, lo so, ma hanno capito che il mio intento era solo quello di inviare un messaggio positivo, di bellezza, alla città”.
Veniamo al Comune, c’è tra i suoi competitori chi sostiene che i conti municipali non sarebbero virtuosi e quindi neppure in ordine. Insomma lei è tranquillo nell’insistere sulla linea della continuità amministrativa?
“L’amministrazione comunale ha i conti in sesto e chi dice il contrario ha fatto l’assessore otto anni. Insomma Patrizia Viglianti, tanto per fare nomi, è stata in giunta fino ad un mese fa. Io, in 15 anni da amministratore, sono stato assessore due anni e mezzo. Lei ha quindi votato molti atti di giunta e non mi risulta che abbia mai espresso parere contrario. Ritengo, poi, che la continuità amministrativa non sia solo doverosa per chiunque si insedi alla guida dell’amministrazione ma costituisca un valore aggiunto, perché le amministrazioni si trovano spesso a portare avanti progetti che vanno oltre il mandato. In questo senso la stabilità della città è fondamentale per centrare gli obiettivi. Poi, è chiaro, che io sono diverso da Cretaro, D’Onorio è diverso da Campanari e così via. Ma non è un caso se i verolani hanno sempre scelto la certezza del governo, come dimostrato dal fatto che non ci sono stati ballottaggi. Tante cose possono essere migliorate, certo, ma bisogna essere umili e seri e non bisogna raccontare sogni ai cittadini. C’è chi, invece, è abituato a dire tutto e il contrario di tutto perché sa che non andrà ad amministrare”.
“Chi governa deve dire molti ‘no’ altrimenti vende solo sogni”
Questa è una frecciata?
“Dico solo che so quanto è difficile amministrare e ritengo che un buon amministratore debba dire più “no” che “sì” ai suoi concittadini. Se vuoi vendere tappeti e scarpe vai al mercato”.
C’è la politica del “passo al lato”, come lei stesso l’ha definita, e la circostanza che lei sarà sostenuto dai segretari cittadini del Pd e di Fratelli d’Italia. Non è decisamente un’anomalia?
“Dal mio punto di vista credo che sia una forza. Se due partiti, uno di governo come FdI ed uno all’opposizione come il Partito Democratico, vedono in Caperna la persona giusta per amministrare una tra le città più importanti della provincia, penso che sia un segnale positivo. Saper dialogare con esponenti come Ruspandini e De Angelis, saper parlare con i Cinque Stelle come con l’assessore Ciacciarelli e col capogruppo provinciale di Forza Italia, Gianluca Quadrini, penso rappresenti un saldo punto di partenza per chi voglia fare il sindaco di una città di 20 mila abitanti. Peraltro l’11 giugno chiunque sarà il sindaco, ed io auspico che sia ovviamente il sottoscritto, sarà primo cittadino di tutti e 20 mila i verolani di tutti i colori politici. Non vedo perché mi sarei dovuto ostinare a crearmi nemici politici costringendomi per forza da una parte o sotto un simbolo. Del resto è il risultato di un lavoro svolto in 15 anni: a livello provinciale ho trattato tutti i territori allo stesso modo ed a prescindere dal partito dei vari eletti. Tutti me l’hanno riconosciuto”.
Politica e amministrazione sono due piani separati secondo lei?
“Dico solo che a livello amministrativo in 15 anni non ho mai preso una decisione che avesse un indirizzo ideologico. Indirizzo politico sì, nel solo senso di stare dalla parte dei cittadini. Ma non perché si trattasse di scelte destinate ad un’area targata Pd piuttosto che FdI”.
“La coalizione non è disomogenea ma ricca di differenziazione”
Non le pare che possa essersi creata una coalizione disomogenea?
“Non è disomogeneità quanto differenziazione e varietà. Per dirla tutta su molti argomenti, anche se parliamo della politica nazionale, non trovo divisioni nette e vedo invece riscontri della metafora della liquidità coniata da Bauman. Dal mio punto di vista il saper cogliere l’aspetto migliore di ogni partito è una qualità che ogni sindaco dovrebbe avere. Ed ogni sindaco non dovrebbe finire coinvolto nelle beghe politiche. Poi e al di là di tutto, credo nella politica e soprattutto quella vicina agli ultimi. Insegno al carcere ed al corso serale: so di cosa parliamo”.
Patrizia Viglianti, intervistata da Frosinone News, ha sottolineato il coraggio nello staccarsi dal blocco di potere dominante. Lei si sente rappresentante di un blocco di potere?
“Mi sento di rappresentare Germano Caperna e basta. Io ho contro un candidato che voleva fare il sindaco a tutti i costi e il partito non gli ha dato il simbolo. Ho anche la candidata che viene da 8 anni di assessorato. Le ho fatto notare che sarebbe stato poco opportuno la conferma della delega con un sindaco col suo stesso simbolo e che si sarebbe potuto parlare di altre prospettive. Me la sono ritrovata contro: se questo è coraggio. Io ho avuto coraggio a fare il consigliere comunale senza indennità, il consigliere provinciale senza indennità e senza chiedere rimborsi”.
Veniamo ai punti programmatici: quali le sue priorità?
“Pensiamo ad una Veroli viva e dinamica; un progetto a cui tengo particolarmente riguarda l’apertura della biblioteca comunale anche in fasce serali e giorni festivi. Spazi realmente a disposizione dei cittadini ma anche spazi di aggregazione e socialità sana. Nella stessa ottica, predisporremo dei locali per il Coworking. Tra le proposte che ci impegneremo a realizzare, uno Sportello antiviolenza a servizio delle vittime e gestito in collaborazione con le associazioni impegnate nel contrasto alla violenza di genere. A livello infrastrutturale, porteremo a conclusione progetti focali con nuovi ambienti e edifici specie a vocazione scolastica. Massima attenzione alle politiche sociali attive non riducendole a mero assistenzialismo ma promuovendo progetti sinergici anche con i privati. Con lo sguardo all’Europa, istituiremo uno Sportello Next Generation EU, dove l’ente sarà da raccordo tra le politiche occupazionali promosse per i giovani e le opportunità di finanziamento messe a disposizione dalle politiche europee. Guarderemo alla sostenibilità attraverso più percorsi e modalità: comunità energetiche rinnovabili, tariffazione puntuale, compostezza di comunità, nuova isola ecologica. La cura ambientale avrà massima luce con la continua valorizzazione di Prato di Campoli e con il potenziamento del Gruppo locale di Protezione civile e l’istituzione di una sede per lo stesso. Il marketing territoriale sarà il nostro faro strategico per far conoscere Veroli fuori da Veroli, cui affiancheremo un Piano Cultura 2024-2029 per la pianificazione di eventi e la promozione territoriale”.