Imftx Play 231. Non è una password wifi. E’ il nome del canale Telegram su cui Hugo, uno studente di Lille, ha guardato Barcellona-Psg, Champions League. In Francia non lo chiamano “pezzotto”, ma il senso tecnico è esattamente quello: la pirateria ha trovato un nuovo canale per correre più veloce dei controlli. L’eldorado, come lo chiama L’Equipe, è Telegram. Vale per il mercato francese, ma questo è un tema con pochi limiti e nessuna vera frontiera geografica.
Quella sera, più di 250.000 persone hanno fatto come Hugo. Non hanno pagato nulla a Canal+ o RMC Sport, le emittenti tv della Champions in Francia. Si sono goduti lo spettacolo gratis, in HD, senza bug o le famigerate rotelline delle attese infinite su Dazn che in Italia un paio di anni fa scatenarono una rivolta e decine di interrogazioni parlamentari.
Telegram in Francia è conosciuta come “l’app dei jihadisti”, in Italia per il revenge porn. Sono gli iceberg criminali che impongono le etichette. Il resto lo fa la cronaca spicciola. Ormai, è il nuovo strumento per gli streamer sportivi illegali. Sedotti dalla sicurezza e dalla protezione dei dati offerti dall’applicazione. Ormai, scrive L’Equipe, “guardare una partita senza pagare è diventato un gioco da ragazzi grazie alla messaggistica crittografata. Prima si doveva “zigzagare tra le molteplici finestre aperte automaticamente”.
Se in Italia è stato creato il Piracy Shield, in Francia hanno approvato una legge nel 2022 che prevede la chiusura dei siti pirata. Ma la restrizione ha solo deviato il flusso verso Telegram. L’Equipe spiega anche l’organizzazione: “Per garantire la trasmissione, ogni sera vengono creati canali condivisi poi su Twitter (ora X). Altri creano collegamenti da diversi server. E altri ancora controlla che lo streaming funzioni durante la trasmissione”. Impossibile gestire tutto con un solo un computer, una buona connessione Internet e una Vpn. Tecnicamente è molto semplice avviare uno streaming. La cosa più complicata è l’organizzazione e saperla mantenere e sviluppare. Ma il business è remunerativo. I soldi arrivano dalle pubblicità di ogni genere: scommesse sportive, falsificazioni di documenti o abbonamenti pornografici. C’è di tutto un po’.
In teoria chi diffonde contenuti illegali in Francia rischia tre anni di galera e fino a 300 mila euro di multa. Arcom (la Agcom francese) trasmette continuamenti atti e fascicoli alla Procura. Ma il rischio, spiegano i “pirati” a L’Equipe, è praticamente zero. – Fonte Agenzia Dire www.dire.it –