La data odierna ci riporta inevitabilmente alle diverse forme di violenza che la donna subisce in contesti di vita anche paradossali: in famiglia, sul luogo di lavoro, nel quotidiano; purtroppo la figura femminile viene spesso considerata in maniera dissimile rispetto a quella maschile, con meno riguardo, spesso esposta a stereotipi, preconcetti, ignoranza. L’8 marzo, la “festa” delle Donne, è una giornata caratterizzata da iniziative a tema, dibattiti, confronti, intere trasmissioni televisive o pagine di giornale dedicate alle donne…e poi arriva il 9 marzo.
“Vogliamo rispetto, tutti i giorni dell’anno, le mimose di oggi potete anche tenervele”, è questo il messaggio che, da più parti, viene condiviso dall’universo femminile. Non è possibile non ricordare oggi le 118 donne uccise nel 2023, di cui 96 in ambito familiare ed affettivo, 63 per mano del partner. Non è possibile non ricordare oggi che dall’inizio del 2024, in soli due mesi, sono già 12 le donne uccise in Italia, donne a cui è stata tolta la vita in un giorno qualsiasi, in casa o per strada, accoltellate, picchiate a morte, perché volevano chiudere un rapporto violento.
La lunga scia di morte
Il primo gennaio è toccato a Rosa D’Ascenzo, 71 anni, a Sant’Oreste in provincia di Roma, uccisa dal marito che ha simulato una caduta accidentale ma le indagini hanno rivelato che la signora è stata colpita a morte dallo stesso con un utensile da cucina, presumibilmente una padella;
il 5 gennaio a Naro, Agrigento, presso le rispettive abitazioni vengono ritrovati i corpi privi di vita di Maria Russ, 56 anni, picchiata e dopo carbonizzata, e Delia Zarniscu, 58 anni, seviziata con una lametta, ferita alle gambe, infine massacrata con diversi colpi alla testa. Entrambe di origini rumene, arrestato un connazionale di 24 anni, molto probabilmente le due avevano rifiutato le sue avances sessuali;
l’8 gennaio a Saronno, in provincia di Varese, Teresa Sartori, 81 anni, è stata uccisa in casa a coltellate dal figlio che poi si è tolto la vita;
l’11 gennaio a Valfloriana, Trento, Ester Palmieri, 38 anni, mamma di tre figli tra i 5 ed i 9 anni, uccisa con una coltellata alla gola dal marito. Dopo l’omicidio lui si è impiccato;
il 12 gennaio a Torino è morta, dopo due giorni di agonia, la 65enne Elisa Scavone, accoltellata dal marito con diversi fendenti all’addome ed alla schiena. Alla signora, operata d’urgenza, era stata asportata la milza ma le ferite riportate non le hanno lasciato scampo. L’uomo è stato arrestato dopo che aveva aggredito gli agenti di Polizia intervenuti a seguito della richiesta dei vicini di casa i quali erano stati allertati dalle urla della povera Elisa;
il 22 gennaio ad Agropoli, Salerno, medesima sorte per Annalisa Rizzo, 43 anni, accoltellata mortalmente dal marito che poi, con la stessa arma, si è tolto la vita. In casa c’era la figlia 13enne la quale, fortunatamente, non si è accorta di nulla perché dormiva;
l’11 febbraio ad Altavilla Milicia in provincia di Palermo, Antonella Salamone è stata uccisa insieme ai figli di 5 e 16 anni dal marito, che poi si è costituito;
il 13 febbraio a Cisterna di Latina Nicoletta Zomparelli e Renèe Amato, madre e figlia, 46 e 19 anni, sono state uccise da un ex finanziere che mirava alla sua ex fidanzata, accolta e protetta in casa dalle due vittime colpite mortalmente dalla furia dell’uomo;
il 26 febbraio a Fornaci di Barga, Lucca, Maria Battista Ferreira, 52 anni, è stata uccisa a coltellate dal marito: con l’auto lui ha raggiunto la vittima mentre passeggiava per strada, è sceso e l’ha assalita, poi si è costituito;
il 27 febbraio a Bovolenta, Padova, il corpo di Sara Buratin, 41 anni, è stato ritrovato privo di vita nel cortile dell’abitazione della madre, colpita da numerose coltellate. I Vigili del Fuoco hanno successivamente recuperato il cadavere del marito nel fiume Bacchiglione, gettatosi nelle acque con il suo furgone.
Sono questi i raccapriccianti dati forniti dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza, dati che mettono in evidenza il preoccupante aumento di femminicidi rispetto ai primi mesi del 2023. “Vogliamo rispetto, tutti i giorni dell’anno, le mimose di oggi potete anche tenervele”: c’è ancora tanta strada da fare affinché la donna possa sentirsi libera di decidere della sua vita, di chiudere una relazione, di decidere cosa indossare, che lavoro svolgere, quali hobby avere e quali amiche frequentare senza avere paura che qualcuno possa picchiarla, stuprarla, umiliarla, ucciderla….solamente perché è donna. Oggi non c’è nulla da festeggiare. “Io oggi non mi sento di festeggiare”.